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CineStoria

A Torino, in quel periodo, si lavorava molto, soprattutto nel cinema industriale, in particolare video istituzionali, piccole pubblicità, documentari per convention, per clienti come Fiat, Iveco, Gruppo Finanziario Tessile (GFT), etc. 
Prodotti non certo noti al grande pubblico ma i cui budget erano spesso superiori a quelli di molti film distribuiti in sala e in alcuni casi con un alto valore artistico e narrativo. 

Filmati e video oggi conservati presso l'Archivio Storico Fiat di Torino o l'Archivio del Cinema di Impresa di Ivrea. Pier e Giorgio, con la GM, lavorano in questo settore e sono tra i più richiesti da case di produzione e agenzie a Torino decidendo di reinvestire parte dei guadagni creando parallelamente una cooperativa, che possa permettere di produrre “cinema indipendente” in una città come Torino, in cui il cinema di finzione era quasi inesistente, salvo pochi tentativi finanziati dall'art.28 e destinati all'oblio per mancanza di distribuzione, ma in cui era molto vivace la scena di giovani e “diversamente giovani” filmakers, ansiosi di sperimentare nuovi linguaggi, tecnici e narrativi.

La cooperativa si chiama INDEX, nasce agli inizi degli anni '90 e supporta da subito autori come Armando Ceste, noto cineasta militante, Daniele Gaglianone per i suoi primissimi video, Alberto Signetto, amico di vecchia data nonché colto e ironico regista cinematografico e televisivo, senza dimenticare i compagni di viaggio del collettivo “Blood Video” Claudio Paletto e Beppe e Mimmo Calopresti. 
Inoltre con Tina Castrovilli, Giovanni Gebbia, Paolo Favaro e Sandro Moiso nasce il gruppo di lavoro che darà vita al progetto “FantaZone”. 

Fanta/Zone è il primo esperimento di videofanzine il cui numero zero esce nel 1992, ben prima dell'esplosione delle cassette vhs vendute nelle edicole. Il tema è il fantastico nelle sue innumerevoli manifestazioni nella cultura di massa (cinema, fumetto, letteratura, i primi videogiochi), con attenzione particolare all'immaginario antagonista e ribelle al “mainstream” dominante.  Ma l'inizio della crisi della Fiat, che produce sempre meno auto e quindi sempre meno film, si riflette su tutto il tessuto economico torinese e quindi anche in quello della produzione cine televisiva che era connesso all'industria.

Con Luciano, autore sperimentale punk anarchico che realizza opere con l'etichetta “Videocitronix”, e Monica, studentessa al Conservatorio di Torino che unisce alla passione per la musica quella per il cinema documentario, Pier decide di produrre un progetto di Alberto Signetto: Who dreamt…conversazioni con Robert Kramer (il titolo completo è Who dreamt and made incarnate gaps in time & space through, un verso di una poesia di Allen Ginsberg), in occasione della venuta al TFF del 1998 del regista americano Robert Kramer.   

“Who dreamt...” è letteralmente un viaggio/conversazione sul lavoro del cinema che vede i nostri protagonisti coinvolti in un’esperienza profondamente formativa e radicale, e rappresenta di fatto l'atto finale del percorso della cooperativa Index, una sorta di “testamento politico” di denuncia dell'impossibilità di fare cinema indipendente al di fuori delle leggi di mercato e delle pastoie burocratiche e corrotte dei finanziamenti pubblici.  

Index chiuderà poco dopo, e Pier, Luciano e Monica, insieme a Maurizio Perrone, iniziano un nuovo percorso, fondando la cooperativa ROUTE 1 (come il titolo di uno dei più conosciuti film di Robert Kramer, e come ideale proseguimento di quell'esperienza con il regista americano, scomparso poco dopo la fine del film).

Pier, Luciano e Monica non si arrendono e nel maggio 2010 fondano un'altra cooperativa, Cinefonie, per dare continuità al lavoro iniziato con Route 1, e che, al netto degli eventi sfortunati e dalla congiuntura economica internazionale, iniziava a dare i suoi frutti. Sono anni di duro lavoro, di fili da riannodare, e con momenti di grande tristezza per l'addio agli amici Alberto Signetto e Maurizio Perrone. 

Ma sono anche anni in cui il gruppo si apre a nuovi volti a partire da Mattia Puleo e Mattia Temponi, e riprende il percorso cavalcando l’onda di una rinnovata attenzione all’industria cinematografica nella regione piemontese e a Torino in particolare. 

In effetti, la lunga storia che precede la nascita di Cinefonie e che ha coinvolto, nel tempo, autori e professionisti torinesi è strettamente connessa alla storia di Torino. Considerata la natura dei primi lavori e l’attenzione (e tensione) al genere documentaristico , possiamo dire che questo grande progetto cominciato con Index ha seguito, passo passo, la crescita dell’industria cinematografica torinese e ne è stata anche parte, creando uno spazio in momenti in cui il cinema gli spazi doveva conquistarseli.