La
cooperativa si chiama INDEX, nasce agli inizi degli anni '90 e
supporta da subito autori come Armando Ceste, noto cineasta
militante, Daniele Gaglianone per i suoi primissimi video, Alberto
Signetto, amico di vecchia data nonché colto e ironico regista
cinematografico e televisivo, senza dimenticare i compagni di viaggio
del collettivo “Blood Video” Claudio Paletto e Beppe e Mimmo
Calopresti.
Inoltre
con Tina Castrovilli, Giovanni Gebbia, Paolo Favaro e Sandro Moiso
nasce il gruppo di lavoro che darà vita al progetto “FantaZone”.
Fanta/Zone
è il primo esperimento di videofanzine il cui numero zero esce nel 1992, ben prima dell'esplosione delle
cassette vhs vendute nelle edicole. Il tema è il fantastico nelle
sue innumerevoli manifestazioni nella cultura di massa (cinema,
fumetto, letteratura, i primi videogiochi), con attenzione
particolare all'immaginario antagonista e ribelle al “mainstream”
dominante.
Ma
l'inizio della crisi della Fiat, che produce sempre meno auto e
quindi sempre meno film, si riflette su tutto il tessuto economico
torinese e quindi anche in quello della produzione cine televisiva
che era connesso all'industria.
Con
Luciano, autore sperimentale punk anarchico che realizza opere con
l'etichetta “Videocitronix”, e Monica, studentessa al
Conservatorio di Torino che unisce alla passione per la musica quella
per il cinema documentario, Pier decide di produrre un progetto di
Alberto Signetto: Who
dreamt…conversazioni con Robert Kramer (il titolo completo è Who
dreamt and made incarnate gaps in time & space through, un verso
di una poesia di Allen Ginsberg),
in occasione della venuta al TFF del 1998 del regista americano
Robert Kramer.
“Who
dreamt...” è letteralmente un viaggio/conversazione sul lavoro
del cinema che vede i nostri protagonisti coinvolti in un’esperienza
profondamente formativa e radicale, e rappresenta di fatto l'atto
finale del percorso della cooperativa Index, una sorta di “testamento
politico” di denuncia dell'impossibilità di fare cinema
indipendente al di fuori delle leggi di mercato e delle pastoie
burocratiche e corrotte dei finanziamenti pubblici.
Route
1, mettendo a frutto l'esperienza di Pier e Maurizio anche in
ambiente europeo (sono entrambi diplomati EAVE), prova ad affiancare
una attività di service (produzioni esecutive e “marchette”
varie, come si diceva allora) a quella di produzione indipendente,
soprattutto di documentari, da proporre nei mercati nazionali e
internazionali, lavorando contemporaneamente sul territorio per
aprire nuovi spazi e possibilità di intervento culturale (Pier e
Luciano sono, con Claudio Papalia, Tiziana Ripani e molti altri, tra
i fondatori dell'Associazione FERT, che ha svolto e ancora oggi
svolge un importante ruolo in questo senso).
Sono
produzioni Route 1: “Surfin' Torino” di Chiara Pacilli e Davide
“Boosta” Deleo, co prodotto con Rai Cinema, “Non si deve morire
per vivere” di Daniele Gaglianone, “Civico Garrone 73” di
Alberto Signetto, “La Voce Stratos” di Luciano D'Onofrio e Monica
Affatato.
L'avventura
di Route 1 però si interrompe verso la fine del primo decennio del
2000, in concomitanza con la crisi economica del 2008 e con il
fallimento di alcuni clienti importanti, che portano al conseguente
fallimento del settore di service che sosteneva la cooperativa.